Conoscere per essere
La conoscenza è il sapere delle cose. La saggezza è la comprensione e l’esperienza delle cose. La saggezza è per la conoscenza ciò che un frutto completamente maturo sarebbe per un frutto allo stadio iniziale senza succo, dolcezza o profumo. La conoscenza permette di sapere molte cose, ma non rende saggi. La conoscenza è un processo intellettuale, manca di profondità, una qualità che spinge chi conosce ad essere ciò che sa.
Il fattore sottile che rende il sapere in essere è una maturazione graduale della conoscenza in esperienza. Quando la conoscenza si eleva oltre un certo punto, matura in saggezza e nobiltà e si trasforma in intuizione. Allora l’intuizione sostituisce la conoscenza e il sapere si trasforma in essere, così la vita viene infusa di saggezza.
Vivere alla luce di questa conoscenza significa portare questa conoscenza nei propri pensieri, sentimenti, atteggiamenti e reazioni durante la vita quotidiana. Se non ci si impegna a portare la conoscenza come manifestazione attiva in ogni passo, in ogni respiro, in ogni momento della vita, la conoscenza rimarrà sempre uno sterile peso improduttivo su di se. Nonostante il sapere, restiamo ancora impigliati e prigionieri nella rete tessuta dalla nostra incapacità di riconoscere che non solo bisogna sapere, ma anche essere e fare, sapere, essere e fare devono fondersi in un processo unitario armonioso.
Shankaracharya ha concepito tutto come realtà relativa, mentre per noi sono reali il nostro corpo, i pensieri e i processi intellettuali. Invece noi viviamo ogni momento della nostra vita guidati dai pensieri, dalla ragione e dai desideri. Si pensa che quella è la sola realtà, mentre l’esistenza di una realtà superiore, per noi, è solo un’informazione.
Se questo stadio di realtà relativa deve diventare gradualmente la scala per raggiungere uno stato trascendentale superiore, di una coscienza non-duale, allora ogni pratica yoga deve essere utilizzata a questo scopo. Solo allora la conoscenza potrà gradualmente trasformarsi in Sadhana, Yoga, Upasana, Abhyasa. La pratica incessante, Abhyasa, è l’essenza di questo processo.
Arjun yogi
Om Shanti