L’Ego utile strumento ma Terribile Maestro di Sw. Atmaswarupananda
L’obiettivo dello stile di vita yoga è la Liberazione (Moksha). Swami Chidanandaji parlando ai discepoli pose loro la domanda: “Voi da cosa dovete essere liberati?” Dopo alcuni momenti Egli stesso rispose alla sua domanda con una sola parola: “Da voi stessi”.
Questo, per alcuni di noi, è un insegnamento molto difficile da afferrare, perché pensiamo che l’ego stia andando a sperimentare la liberazione, mentre la verità è che noi siamo già quello che stiamo cercando. ‘Quello Tu Sei’ dichiarano le Scritture. La nostra necessità quindi, è quella di essere liberati da quello che noi erroneamente pensiamo di essere.
Come può essere realizzato questo? Gurudev ha detto: “Uccidi questo piccolo io”.” Muori per vivere”. “Conduci una vita divina”. Le scritture parlano della morte dell’ego, ma questa immagine è al cento per cento corretta? C’è ragione di dire che questo è necessario per una inversione del nostro normale modo di pensare, cioè l’idea che il nostro ego stia andando a raggiungere la liberazione. Ma c’è anche un’altra immagine insegnata nel modo di vita yoga, ed è che, fino a quando siamo nel corpo, abbiamo bisogno di un certo ego e che viene paragonato ad una corda bruciata. Essa appare ancora come una corda, ma che non può più legare o sorreggere nulla.
L’ego in effetti è uno strumento molto utile. E’ quello che permette all’essere umano di ragionare, di paragonare. Questo può essere fatto solo da menti oggettive. In uno stato in cui non è più presente la mente, dove l’ego scompare, gli oggetti sono lì, ma voi non potete identificarli per paragonarli e ragionare su di essi in qualche modo. Quindi, l’ego è creato dalla mente per identificare gli oggetti e rendere possibile il ragionamento. L’ego è il soggetto, ogni altra cosa è l’oggetto, a tale scopo è uno strumento molto utile.
Sfortunatamente noi ci siamo identificati con questo strumento e questo è diventato non solo la nostra identità, ma anche il nostro padrone. Lo scopo della vita yoga non è necessariamente disporre di un altro strumento simile a quello precedente che non esiste più, ma piuttosto quello di considerare uno strumento per quello che è. Noi diciamo il mio ego. Ciò significa che l’ego ci appartiene. Ma non è quello che siamo. La sfida della vita per uno yogi è quella di riconoscere questa sottile separazione, sempre.
Noi dobbiamo usare questa relazione soggetto-oggetto che Maya(l’illusione) ha creato come strumento per la nostra evoluzione. Quindi, mentre Gurudev può usare una forte affermazione come: “uccidi questo piccolo io”, “muori per vivere”; alla fine uccidere questo piccolo io significa che noi lo guardiamo per quello che è, un utile strumento, ma anche un terribile padrone da abbandonare.
Fate che non ci siano nella vostra mente pensieri contrari a questo obiettivo. Controllate i vostri desideri ed appetiti. Cercate di ridurre le attività non necessarie; cercate di rivolgere la mente all’interno. Giornalmente mettete da parte un po’ di tempo per sedervi in pace, lasciando cadere i pensieri del mondo, interiorizzando la vostra coscienza, in silenzio con l’aiuto della visualizzazione del vostro concetto di Dio (visualizzando la vostra immagine preferita) e ripetendo il Nome Divino. Verrà un giorno in cui vi sarete completamente stabilizzati nella padronanza della vostra mente. Essa sarà diventa ferma e unificata. Questa mente unificata è concentrata sulla Realtà Eterna.
Entrate nello stato di Yoga: “Yoga è il controllo delle irrequiete modificazioni della materia mentale”. (Yogasutra I°-2) in cui la mente non controlla più voi; voi controllate la mente. Sarete il distaccato testimone delle differenti mutevoli condizioni della mente e del mondo. Sarete finalmente liberi da angosce e paure.
Swami Sivananda:” Siedi meno, servi di più. Odia meno, ama di più. Prendi meno, dona di più. Parla meno, pensa di più. Predica meno, pratica di più. Preoccupati meno, ridi di più. Riposa di meno, lavora di più. Dormi meno, medita di più”.
HARI OM TAT SAT!