Asana Yoga: Un mezzo non il fine
Il concetto di Asana si lega a quello di postura che è completamente differente dal concetto di esercizio fisico.
Mantenere una postura yoga rappresenta lo strumento in grado di auto analizzarsi e di rimuovere ciò che disturba il proprio essere e che non permette di rimanere in equilibrio.
Per comprendere a fondo il termine Postura o Asana è necessario chiarire la differenza fra i termini: posa – posizione – postura:
- Posa e posizione, generalmente non sono adatte ad essere tenute a lungo.
- Postura o Asana invece, può essere mantenuta a lungo. Più a lungo è tenuta la postura yoga(Asana), maggiori saranno i suoi benefici.
Non possiamo attribuire ad Asana un valore terapeutico assoluto, poichè ciò che è importante è lo stato di coscienza in cui siamo in quel momento e che cosa avviene in noi mentre siamo in quello stato.
Ecco il motivo dell’attenzione al respiro nelle diverse aree del corpo. Lo Yoga fa in modo che possano lavorare i recettori relativi agli allungamenti muscolari e all’apertura; questo contribuisce molto a rilassare le contrazioni muscolari. Alla base della pratica di asana deve esserci la capacità di abbandono, di lasciare la cosiddetta presa.
La prima domanda da farsi, come una sorta di auto- test, é chiedersi: Sono in grado di fare l’esperienza di abbandono nella postura yoga?, oppure ciò che sperimento in asana, è tensione muscolare?
Asana secondo Patanjali
Patanjali è considerato il “padre dello yoga” perché è colui che ha dato il via alla diffusione dello yoga scrivendo gli Yoga Sutra (Y.S.), il testo per eccellenza dello yoga(Yoga darshana). Insegnamenti che fino ad allora erano stati tramandati oralmente, consentendo a questa disciplina di giungere fino ai giorni nostri.
“Comprendere gli gli Yoga Sutra di Patanjali e poi metterli in pratica significa trasformarsi in una persona profondamente colta e civilizzata”. B.K.S. Iyengar
Y.S. 2°-46 – “Sthira Sukham Asanam”
“Ciò che è stabile (Sthira) e comodo (Sukham) è Asana”.
Y.S. 2°-47 – “Prayatna Shaitilya Ananta Samapattibhyam”
“L’assenza di sforzo(Prayatna Shaithilya) porta la mente ad orientarsi (Samapatti) verso (Bhyam) l’infinito (Ananta)”.
Y.S. 2°- 48 – “Tato Dvandva Anabhighatah”
“Allora (Tato) la tensione (Dvandva) scompare (Anabhighatah).”
Y.S. 2°-49 – “Tasmin Sati Svasa Prasvasa Yor Gati Vicchedah Pranayamah”
“Essendo raggiunta “Asana”, in modo stabile e comodo (Tasmin Sati, comodo per il corpo e per l’individuo), si diventa consapevoli dei movimenti del proprio respiro (Svasa e Prasvasa), dell’energia (Prana) che ne produce il movimento (Gati) e di come questa energia agisce dentro di noi.
Questo è il fattore cruciale per comprendere l’utilizzo delle Asana.
Durante un esercizio fisico, la mente è concentrata su qualcosa che avviene all’esterno, mentre in Asana, la mente si dovrebbe muovere verso l’interno. È fondamentale sapere come la mente si deve muovere verso l’interno, durante una particolare Asana.
Pertanto se si vuole perseguire un percorso di trasformazione sia fisica che mentale, finalizzato ad un equilibrio globale, dobbiamo superare la mentalità secondo cui per una particolare condizione fisica c’è una particolare Asana come rimedio.
La giusta Postura o Asana è quella che ci comunica che siamo in grado di arrivare con il movimento respiratorio in una determinata area del corpo che necessita del nostro intervento per riequilibrarla.
Lo Hatha Yoga parla dell’utilizzo di Asana, per aprire i “canali panici”; ogni pratica dovrebbe attivare i “Nadi” o sbloccare quelli bloccati.
È nel nostro interesse, arrestare le nostre cosiddette “prove di forza o di bravura”; con le posizioni del corpo, invece, possiamo riconoscere quali sono i “canali pranici bloccati”,perché vanno riaperti grazie alla consapevole respirazione.
La parola yoga deriva dal sanscrito, la lingua dell’antica India, significa unione, integrazione. Si tratta di un approccio alla salute in grado di promuovere l’armonia delle tre componenti dell’essere umano: corpo, mente e anima.
M.to Felice Vernillo
Questo insegnamento classico c’è la insegnato il dottor gharote e il dottor bhole. Fare esperienza nel corpo e nel respiro.
Gli insegnamenti classici sono giunti fino a noi da tempo immemorabile, attraverso i grandi maestri tra cui Dr.Gharote e il Dr.Bhole. E’ un dovere per tutti coloro che li adottano nella propria Sadhana, continuare a divulgarli, come un vero e proprio dono al prossimo. Grazie per la tua riflessione. Om Shanti