Lo yoga affronta il “long Covid”
Il long Covid è una sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di alcuni sintomi legati all’infezione da SARS-CoV-2, che insorgono o persistono anche per settimane o mesi dopo la guarigione da COVID-19. Il quadro clinico può variare da paziente a paziente e non sempre i sintomi avvertiti vengono subito ricondotti alla precedente infezione.
Come sappiamo, COVID-19 è la malattia causata dall’infezione del virus SARS-CoV-2 e da quando si sono diffusi i primi casi nel dicembre 2019, il quadro clinico successivo all’infezione ha subito alcuni cambiamenti, in particolare con il diffondersi della variante omicron (definita il 26 novembre 2021 come nuova variante preoccupante dall’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Se infatti, dapprima COVID-19 era caratterizzata da un maggior interessamento delle basse vie aeree (febbre e tosse erano i sintomi caratteristici, insieme a perdita di olfatto e gusto), da Omicron in poi i sintomi di malattia sono spesso molto simili a quelli di un raffreddore, della durata di qualche giorno.
Long Covid
Il long Covid è una sindrome clinica che interessa una buona parte di coloro che hanno avuto COVID-19 e che dopo più di 4 settimane da un’infezione acuta da SARS-CoV-2 vede la persistenza o l’insorgenza di segni e sintomi legati all’infezione.
Sebbene l’impatto del long Covid sulla popolazione sia evidente e la sindrome riconosciuta come entità clinica, sono diversi gli studi in corso per definire sempre meglio le sue caratteristiche, a partire dalle cause.
I sintomi di long COVID possono variare da persona a persona, in generale includono:
- · Fatica persistente
- · Stanchezza
- · Debolezza
- ·Dolori muscolari e articolari
- · Mancanza di appetito.
Specifici sintomi si manifestano in particolare a livello respiratorio, cardiovascolare, neurologico, gastrointestinale e psicologico; ne sono un esempio:
- ·Fame d’aria (dispea), tosse persistente.
- · Dolore al petto e senso di oppressione, tachicardia e palpitazioni, aritmie, variazioni della pressione arteriosa, ma anchepericarditie miocarditi.
- · Mal di testa, difficoltà di concentrazione e memoria (la cosiddetta nebbia mentale o “brain fog”).
- · Disturbi dell’olfatto, del gusto, dell’udito.
- · Nausea, vomito, perdita di appetito, dolori addominali, diarrea, reflusso gastroesofageo
- · Disturbi del sonno, depressione del tono dell’umore (tristezza, irritabilità, insofferenza, mancanza di interesse nei confronti di attività che prima piacevano), ansia, stress, psicosi.
Il Covid chiede aiuto allo Yoga
Il Dr. William Bushell del Mit (Massachusetts institute of technology), ha condottoun’a indagine sul potenziale di asana, pranayama e meditazione nel trattamento di Sars-Cov-2 e Covid-19. Anche in questo caso, respiro e ossigenazione sembrano giocare un ruolo cruciale. La ricerca suggerisce infatti che alcune posizioni supine dello yoga insieme a tecniche di pranayamapossano intervenire efficacemente nel processo dell’ “ipossia silente”, la carenza di ossigeno che colpisce le cellule e che può portare a complicazioni respiratorie fatali.
In parallelo, si indagano i benefici della melatonina per “ripulire” il cervello dall’offuscamento mentale, un disturbo a lungo termine (Long covid) piuttosto frequente tra i guariti da Covid.
A produrre questo ormone è la ghiandola pineale (il terzo occhio) e al Mit, ipotizzano che praticare regolarmente yoga o meditazione ne favorisca la secrezione.
Long Covid, a fari accesi nella notte
“In un sondaggio condotto negli Stati Uniti su quasi mille persone con sintomi da Covid a lungo termine, – riporta il New Scientist il 47% degli intervistati ha riferito di soffrire in modo costante di nebbia cognitiva, difficoltà di concentrazione o perdita delle memoria”. La buona notizia è che sono per lo più reversibili e stando alle dichiarazioni del settimanale britannico Economist, a metà del 2022 ci saranno i primi risultati di alcune ricerche per curare il long Covid.
Forse i disturbi si possono anche prevenire, viene da aggiungere, perché stando al parere degli scienziati la risposta immunitaria nociva potrebbe essere tra le principali cause dei disturbi neurologici e mentali.
E qui torna in gioco la respirazione yoga come immunomodulatore. Alla Columbia University un team di psichiatri si chiede anche se abbia senso parlare di meditazione come pratica complementare nella riduzione di ansia, stress e disturbi legati ai danni neuro-infiammatori al cervello, isolamento e senso di paura costante. Una tesi che ad oggi non trova dimostrazione clinica, ma che apre orizzonti interessanti sulle connessioni tra corpo e mente, che rappresenta la conditio sine qua non della pratica yoga.
Infine, da un’analisi dei ricercatori del King’s College di Londra, pubblicata in una lettera su The Lancet il 18 giugno 2022, emerge come l’infezione con la variante Omicron si associ a un minor rischio di Long COVID rispetto all’infezione con la variante Delta. Tuttavia, la grande diffusione di Omicron e la sua maggior contagiosità (rispetto alla variante Delta) lasciano presagire la possibilità che in futuro un gran numero di persone svilupperanno sintomi da long COVID.
Lo Yoga è una scienza esatta basata sull’esperienza ottenuta dalla pratica applicazione dei suoi principi, infatti riguardo ai disturbi provenienti dalla mente, si avvale della percezione, attraverso strumenti come le asana, il pranayama e la meditazione per educare la mente a non muoversi continuamente all’esterno da un oggetto o desiderio all’altro, ma piuttosto fermarsi, per realizzare la realtà presente dentro se stessi.
Conclusione: Praticare yoga Integrale (Lo yoga che contempla la pratica di Asana, Pranayama e Meditazione) con costanza permette di affrontare le problematiche legate al Covid prima, durante e dopo.
M.to Felice Vernillo