La Vera Felicità: unità di tutta la Vita di Sw Chidananda
Le antiche scritture Vediche hanno da tempo immemorabile cercato di portare all’umanità il nobile messaggio dell’unità dell’esistenza, l’unità di tutta la vita. Nei Veda si dichiara: “La dualità è la causa di tutte le sofferenze. La Verità non è duale”. Dalla dualità deriva la paura, l’UNO senza un secondo, da cui deriva la felicità e tutto quello che esiste; l’intero universo che vediamo, non è nient’altro che la Realtà Universale. QUELLA soltanto appare come l’intero universo. QUELLO soltanto è. Tutto è in verità Assoluta Realtà, la Suprema Verità. Queste due, insieme, contengono il messaggio che nella Verità non c’è dualità e, se noi viviamo nella Verità, dovremmo sentire spontaneamente l’unicità del tutto, per il solo fatto che il nostro essere è basato sulla coscienza della Verità che è Unicità.
La vera base dell’umana unità, dove tutti gli esseri sono uno, è il fattore che costituisce l’esseza dentro di noi. Fattori superficiali esprimono diversità; questa è la differenza. Nella forma tutti sono differenti. Diversità, più che unità, sembra essere la legge della creazione. In ogni cosa, ovunque, sulla faccia della terra, troviamo diversità. Nemmeno due foglie sono uguali. Ma anche se un albero è pieno di diversità, pieno di diversi rami, ramoscelli, foglie, fiori e frutti, ecc. esso è radicato nell’unità. La radice è una, l’albero sorge dall’unità. Così se riportate tutte le diversità alla sua sorgente, l’apparente diversità si scopre che è basata sull’unità, hanno una sola unicità alla sorgente. Non ci può essere analogia più adatta per affermare la Verità dell’unicità del genere umano di quella dell’albero con i suoi diversi rami, ramoscelli ecc. che hanno la loro base su un unico elemento, cioè la radice.Troviamo descritto nel XV Capitolo della Bhagavad Gita, che questo universo è come un grande albero rovesciato con innumerevoli variegati nomi e forme, avente le sue radici in alto, nell’UNO, il Supremo, l’Immutabile. Si dice:“Esso ha le sue radici in alto e diversi rami in tutte le direzioni”. Ma essi non hanno praticamente nessun effetto, non alterano l’essenziale unicità che è alla sua sorgente, la vera base dell’umana unità.
L’umanità si scopre essere così diversa con vari linguaggi, culture, abitudini e usi che se cerchiamo di arrivare ad un solo tipo di superficiale unità, forzando le diversità ovvero un singolo modo di vita, un singolo linguaggio, un singolo tipo di educazione, non ci riusciremo mai, perché non avremo toccato la parte più interna dell’essenza uomana. C’è qualcosa di molto più profondo dell’apparenza. La parte essenziale dell’uomo emerge solo se in lui sorge il senso di unità. Uniformità non è unità, perché essa è nell’apparenza. La reale unità è nel cuore, nel sentimento e nell’intimo dell’essere. L’essenza interiore dell’uomo conferisce la base su cui si fonda l’unità.
C’è qualcosa in tutti gli esseri che non si altera affatto e che è l’unico simbolo dell’esistenza, è l’essenza interiore di ogni individuo, ovvero, la sua natura spirituale, la sua identità spirituale. Questa natura spirituale è della stessa natura dell’unicità, dell’unità. I corpi possono differire, le lingue possono differire, le culture anche, ma tutti gli esseri esistono, tutti gli esseri sono. Ognuno sente: ‘Io sono’. Questa coscienza dell’essere, nell’esistenza è un principio che rappresenta un fattore universale comune, sottostante a tutte le apparenti diversità.
La B.Gita ( 7.7 ) ha rivelato in modo molto bello questa Verità. Come una collana di pietre variegate di diversi colori e forme ha, come unico comune fattore, il filo che sostiene tutte queste pietre insieme e passa attraverso il centro di ognuna di esse; c’è questo filo di comune fattore universale che è lo stesso, che è uno, in tutte le molteplici vite apparentemente diverse. Dare all’umanità questa consapevolezza, questa coscienza – quella della ricognizione dell’esistenza di questa divinità dentro tutte le vite – è la base non solo dell’unità cosmica, ma dell’unità di tutta l’umanità……….