IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO NELLA PRATICA YOGA
La lezione di yoga è un cammino che inizia dal corpo e ci conduce dentro il nostro essere, il percorso ci permette di fare esperienza degli aspetti: fisico, mentale e spirituale che compongono il nostro essere.Un saggio praticante yoga non si metterà a forzare il corpo, né si farà vincere dalla pigrizia, fermandosi troppo presto , senza neanche sentire di stare facendo qualcosa.
Lo spirito più bello è quello di sentire di star scoprendo le capacità nascoste dentro di noi. Prima sviluppiamo l’aspetto fisico, attraverso la pratica delle posizioni, curando la stabilità e la flessibilità del corpo nel suo insieme. Poi passiamo alla percezione della relazione che esiste tra il corpo e la mente, tra aspetto fisico ed emozionale.
Patanjaly definisce “yoga citta vrtti nirodhah” (y.s.I-2): “La cessazione del turbinio mentale è lo stato di yoga”. Questo ci dice che fino a che non relazioniamo il corpo con la mente non stiamo ancora praticando yoga, ci stiamo solo esercitando verso lo yoga.
In tutti i testi di yoga è ben chiaro che lo yoga è praticato in tutti i suoi aspetti, per la purificazione del sé. Quando parliamo di purificazione intendiamo la rimozione di ciò che non appartiene alla realtà vera di ciò che vogliamo purificare. Pertanto si definisce yoga quel processo atto a mantenere il nostro essere pulito. L’obbiettivo delle asanas è mantenere il corpo e la mente come dovrebbero essere. Per riuscire in questo, si deve imparare a comunicare con il nostro corpo
Le asanas yoga ci insegnano a comunicare con il nostro corpo.
Asana vuol dire “ POSIZIONE”, descritta nei testi classici come COMODA e STABILE, se c’è scomodità e instabilità l’attenzione è distratta, divenendo un grande ostacolo, l’attenzione sul processo interno del corpo riordina tutto l’assetto interiore del corpo. L’intelligenza interiore non solo rimuove la scomodità e riporta comodità ma toglie l’instabilità ripristinando una condizione di stabilità psico-fisica. Con ciò impariamo ad ascoltare ed osservare, quando riusciamo in questo abbiamo fatto un grande progresso.
Bisogna rivolgersi alla pratica con l’entusiasmo di trattare ogni asana come una nuova scoperta.Se c’è ansia di riuscire nelle posizioni, ci sarà ansia anche quando ci sarà qualche altro problema nel corpo.
Se si impara a studiare ogni posizione, si imparerà a studiare il corpo in ogni suo stato. Conosceremo il corpo quando sta veramente bene, da ciò, anche il più piccolo disturbo al senso di benessere dentro di noi sarà percepito dalla mente.
Il principiante si avvicina allo yoga perché consapevolmente o inconsapevolmente ha percepito un bisogno da soddisfare.
Il praticante esperto continua la pratica per godere dello stato di benessere una volta raggiunto.
Finché il corpo è in uno stato di disordine da non avere affatto la sensazione conscia di benessere, si deve lavorare di più sulla purificazione di se stessi. Quindi se il corpo è in cattive condizioni quando si inizia a praticare le asanas yoga combinando alla pratica una giusta dieta un giusto atteggiamento, giusti pensieri, una giusta condotta, percepiremo un forte senso di speranza verso il superamento dello stato di disagio e malessere. Ci si esercita, si apprezza questo piccolo miglioramento, lo rileviamo ne diventiamo coscienti e ce ne innamoriamo, se facciamo questo non rischiamo di buttare via questo miglioramento: da quel momento è iniziato il processo di purificazione. Questo ci farà discriminare tra ciò che ci fa sentire meglio e ciò che ci fa sentire peggio, permettendoci di proseguire nel processo di purificazione.
Quello che vuole insegnarci la lezione di yoga è: non forzarti, non essere ansioso, ma vedi se puoi andare avanti un po’ di più, secondo il tuo tempo. Questo produrrà miracoli nella vostra pratica yoga e nella vita stessa.
Questo processo ci conduce alla esperienza concreta di come il corpo e la mente funzionino per mezzo del PRANA. Quando il prana fluisce senza ostruzioni vuol dire che tutto è naturale. Ma quando il prana è ostruito manderà segnali di allarme: il DOLORE e la DEPRESSIONE portano alla PIGRIZIA. Quando c’è pigrizia il prana è ostruito completamente.
E’ il Prana che collega il corpo alla mente. Ecco perché se la mente è disturbata anch’essa provoca ostruzione al flusso del prana. Ecco perché lo yogi cura la sfera dei pensieri e delle emozioni per tenerli puri.
Le pratiche fisiche yoga senza lo sforzo corrispondente nel dirigere i pensieri e le emozioni falliscono nello scopo.
Infatti mentre le posizioni yoga tendono verso l’ordine psicologico ed emotivo, il disturbo volontario di tale ordine nella sfera psicologica neutralizza il beneficio. Non curante di ciò, il praticante yoga spesso si lamenta di non fare progressi.
Quando il corpo e la mente sono puri e il prana fluisce senza ostruzioni, c’è purezza, si percepisce la propria SHAKTI (energia).
Questo è ciò che le asanas e il pranayama ci offrono come obbiettivo. In realtà questo non è una conquista è solo lo stato naturale che viene ripristinato, quando la nostra attitudine nella pratica è appropriata.
BUONA PRATICA
HARE OM